PUBLICIST a Verona ed Ancona!
Questo fine settimana Sebastian Thomson (storico batterista di Trans Am e Weird War), aka Publicist!
a Verona (Interzona il 3 Marzo) e Ancona (Bar del Porto il 4 marzo ore 20!)
“…mentre cercavo di trovare le parole per descrivere il suono di Publicist, ho pensato che sarebbe bastato citare qualcuno dei suoi commenti su myspace, cose come ‘your funk is from another planet’, ‘cosmic sensation’ e ‘full on instant dance party’, suonano meglio di qualunque altra cosa avrei potuto scrivere. About time for some space funk and putting the ‘disco’ back into ‘discodust’ after all! … questa è tra la musica più fresca che abbia sentito negli ultimi anni” – discodust
http://www.myspace.com/thenameispublicist
Il suo manifesto artistico parla chiaro: dopo che il post modernismo ha tentato di cancellare la natura umana con il feticismo per le macchine e con la separazione borghese del palco, è necessaria la creazione di un baccanale collettivo che dia sfogo alla sessualità, agli istinti basici, all’estasi mediante una catarsi di gruppo che elimini la distanza e la distinzione tra performer e spettatore.
Questa è la missione di Publicist, potenza del sudore e dei muscoli. Ma il solo utilizzo dei muscoli sarebbe conservatorismo rock e attitudine retrograda, quindi il nostro sceglie una via coerente con la sua carica rivluzionaria: opta per lo strumento che per eccellenza non esisterebbe senza muscoli e sudore, la batteria, in combinata con le macchine elettroniche, sequencer, synth e vocoder.
La formula è di una semplicità disarmante, ma la presa è di quelle che non mollano, come le fauci serrate di un dogo argentino. Lui è Sebastian Thomson, è argentino come il dogo di cui sopra (ora nyc based) ed è il batterista di Trans AM e dei Weird War, quindi la scelta della batteria non è proprio casuale.
Nemmeno è un caso la devozione alla bellezza del beat per uno che è cresciuto a batucada e punk sudamericano, uno per cui il funk marcio è una missione, uno dei pochi per i quali è un termine preciso usare l’ultra abusata etichetta “punk-funk”. Publicist è della gente e per la gente, un dance project che deve tanto al kraut rock quanto alla house dei primordi.
Catenazza d’oro da 5 chili al collo e giusta dose di tamarraggine per un live-set da disco fumose e piene di neon: arpeggi dallo spazio profondo che combinano linee di basso sintetizzate e grooves vintage futuristici, tipo gli anni duemila immaginati dai vignettisti sci-fi anni ’50. One man band di stralusso, uno che è così perennemente in tour che la sua bacheca con gli upcoming gigs è ferma ad ottobre 2011 perchè non ha il tempo di aggiornarla.
There must be no more stages!